Abbiamo chiesto a Silvia Canevaro, insegnante Yoga del Progetto Ancora di raccontarci come si applica lo Yoga in ambito oncologico.

I: Cosa fa lo yoga?

S: La parola Yoga in sanscrito significa unione. Attraverso la pratica dello Yoga è possibile ristabilire un unione, una relazione armoniosa tra il corpo fisico e la sfera mentale emotiva.

I: Come si applica lo yoga in ambito oncologico?

S: Grazie a un particolare protocollo definito “Yoga accessibile” è possibile applicare lo yoga in ambito oncologico rendendo la pratica adattata e accessibile anche alle pazienti appena operate.

I: È sempre possibile trattare il paziente oncologico?

S: E’ sempre possibile lavorare con lo yoga in ambito oncologico anche perché laddove ci siano ancora situazioni di affaticamento fisico post operatorio si può comunque lavorare sul rilassamento con le tecniche del respiro e con pratiche di massaggio aiuverdico  che aiutano la paziente a riconciliarsi con il suo corpo fisico e ad avere con il suo corpo un rapporto più confidente e piacevole.

I: Perché e quando potrebbe non essere idoneo il tuo intervento?

S: Non ravviso controindicazioni particolari trattandosi di una pratica dolce e non invasiva.

Gli obiettivi principali del corso sono:

  • Favorire il recupero funzionale delle parti del corpo coinvolte dall’intervento chirurgico attraverso le posture yogiche
  • Aiutare la paziente a ristabilire un contatto piacevole e confidente col proprio corpo grazie alle tecniche di auto massaggio e visualizzazioni guidate.
  • ridurre lo stress e l’ansia connessi all’esperienza della malattia fornendo adeguati strumenti di gestione delle emozioni, soprattutto mediante pratiche di controllo del respiro.

I: Grazie Silvia per questa chiacchierata […].

S: Grazie a voi!

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