Le donazioni alle associazioni non profit svolgono un ruolo fondamentale nella creazione di una società più solidale e inclusiva. Per incoraggiare questi gesti di generosità, molti governi offrono incentivi fiscali ai donatori. In questo articolo, esploreremo l’importanza sociale delle donazioni e i vantaggi dei regimi fiscali che le supportano.

1. DONAZIONI E IL BENE COMUNE 

Le donazioni alle organizzazioni non profit, come la LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, rappresentano una forma diretta di contributo al bene comune.

Queste organizzazioni lavorano incessantemente per affrontare questioni sociali cruciali, come la povertà, l’istruzione, la salute, l’ambiente e molti altri ambiti. I fondi donati svolgono un ruolo determinante nel finanziare progetti e programmi che migliorano la qualità della vita delle persone e dell’ambiente che ci circonda.

2. INCENTIVI FISCALI PER MOTIVARE LA DONAZIONE

L’Italia offre una serie di incentivi fiscali sia alle persone fisiche che alle imprese per le donazioni effettuate alle organizzazioni non profit. Questi incentivi hanno lo scopo di promuovere la filantropia e il coinvolgimento delle imprese nella responsabilità sociale d’impresa. Ecco come funzionano:

2.1. Persone Fisiche

Le agevolazioni fiscali relative alle donazioni delle persone fisiche e delle aziende sono divisibili in due macro-categorie: la detrazione e la deduzione dell’importo.

  • La detrazione, per le persone fisiche, rappresenta un incentivo fino a 30.000 euro calcolato sul 30% della erogazione versata alla Onlus.
  • La deduzione, sia per le persone fisiche che per le aziende, consente di ottenere un incentivo del 10% del reddito complessivo dichiarato dal donatore senza nessun tetto massimo di spesa.

Questo incentivo consente ai donatori di ridurre l’onere fiscale e allo stesso tempo supportare le cause che più li appassionano.

In generale, più il reddito è alto, più sono convenienti le deduzioni perché permettono di recuperare l’aliquota marginale. Tuttavia, in fase di compilazione del 730/Modello RPF potrà essere valutata la soluzione più adatta alle tue esigenze con il tuo Commercialista o con il tuo Caf.

2.2. Imprese

Le imprese in Italia possono usufruire di incentivi fiscali per le donazioni effettuate a organizzazioni non profit. Queste donazioni sono deducibili dal reddito d’impresa, il che significa che le imprese possono sottrarre l’importo donato dal reddito imponibile, riducendo così l’imposta sul reddito, fino a un massimo del 10% del reddito complessivo dichiarato.

Ricordiamo, inoltre, che l’iniziativa non concerne soltanto il denaro devoluto in beneficenza, ma anche qualsiasi merce/immobile donati, che siano necessari a sostenere le organizzazioni no-profit che operano in aree di criticità sociale.

In Italia, questi incentivi svolgono un ruolo fondamentale nel supportare le organizzazioni no-profit e nel garantire che possano continuare a svolgere il loro importante lavoro nella società. Inoltre, mostrano come il governo italiano riconosca e valorizzi il contributo significativo delle donazioni alla costruzione di una società più inclusiva e solidale.

2.3 Incentivi Fiscali: Un Motore per la Generosità

Grazie agli incentivi fiscali, i donatori trovano un ulteriore motivo per contribuire alle cause che li appassionano. Questi benefici fiscali non solo premiano la generosità, ma incoraggiano anche una maggiore partecipazione nel sociale, contribuendo così a creare una società più solidale e orientata al bene comune.

Le donazioni alle associazioni non profit rappresentano un atto di generosità con un impatto sociale significativo. Gli incentivi fiscali offerti dai governi in tutto il mondo non solo premiano i donatori ma aiutano anche a migliorare la qualità della vita delle persone e l’ambiente in cui viviamo.

La generosità dei donatori è il motore che sostiene il cambiamento positivo in tutto il mondo. Quindi, la prossima volta che considerate una donazione, ricordate che il vostro gesto generoso può fare la differenza nella vita di molte persone e nell’intera società.

 

A cura di Marco Andrea Centore, Dottore Commercialista (Studio Centore, Genova)