Tutte le sedi della bocca e del distretto maxillo-facciale possono essere coinvolte dalla patologia neoplastica che viene suddivisa in benigna (ad es. nevi, angiomi e lipomi) e maligna. Tra le sedi maggiormente colpite vi sono la cute, il cavo orale e le ghiandole salivari.
Le forme più comuni dei tumori maligni della cute sono: il carcinoma basocellulare, il carcinoma squamocellulare ed il melanoma. Sono spesso necessari interventi chirurgici selettivi di chirurgia cutanea e ricostruzione con innesti o lembi di vicinanza.
La forma più comune di tumore del cavo orale è rappresentato dal carcinoma squamocellulare; il trattamento richiede un approccio integrato con altre figure ospedaliere quali il radioterapista e l’oncologo. Gli interventi sono sempre più codificati per garantire una rapida guarigione ed il rispetto dei tessuti nobili del volto. Anche i tessuti ossei dento-scheletrici possono essere interessati da neoplasie sia benigne (cisti odontogene, cheratocisti, ecc.) che maligne.
L’ameloblastoma è una forma benigna ma localmente invasiva delle ossa mascellari; può andare incontro ad una rapida crescita con invasività delle parti molli circostanti. E’ fondamentale una esatta diagnosi istologica ed una corretta terapia chirurgica. Particolarmente aggressive sono le forme maligne tra cui l’osteosarcoma dei mascellari e l’adenocarcinoma dei seni mascellari.
Anche le ghiandole salivari, classicamente suddivise in maggiori (parotidi, sottomandibolari, sottolinguali) e minori (all’interno del cavo orale), possono essere sede di neoplasie benigne (adenoma pleomorfo, il tumore di Warthin) e maligne (carcinoma mucoepidermoide, carcinoma adenoideo cistico). Sono necessari interventi chirurgici selettivi quali: parotidectomia e scialoadenectomia submandibolare.
È un tumore che si sviluppa nella bocca, cioè nel tratto iniziale del tubo digerente che si estende dalle labbra fino al velopendulo, che divide la bocca dalla faringe.
In oltre il 90% dei casi il tumore della cavità orale origina dalla trasformazione tumorale delle cellule di rivestimento della bocca. Poiché all’osservazione microscopica le suddette cellule tumorali hanno l’aspetto di squame, questi tumori sono detti carcinomi a cellule squamose.
Il tumore della bocca-regione testa e collo è spesso preceduto o accompagnato da alcune lesioni, clinicamente benigne, ma che hanno una significativa probabilità di trasformarsi, con frequenza variabile, in carcinoma. Tali lesioni, che vengono pertanto definite precancerose, si presentano sotto forma di macchie o placche resistenti e non asportabili con il raschiamento, di colore bianco o rosso (quest’ultime meno frequenti ma più pericolose), denominate rispettivamente Leucoplachie ed Eritroplachie.
Assolutamente sì:
Prevenzione Primaria: consiste nell’eliminazione dei fattori di rischio.
Prevenzione Secondaria: mira a diagnosticare e rimuovere le lesioni precancerose ed i carcinomi nelle fasi più precoci.
Farmacoprevenzione: ha la finalità di prevenire la comparsa di un tumore somministrando sostanze contenenti elementi naturali o di sintesi.
I sintomi delle precancerosi e degli stadi iniziali del tumore sono di solito sfumati e sfuggenti:
In questa fase, il tumore cervico-facciale può presentarsi sotto forma di piccole piaghe, tumefazioni di bocca, faccia o collo in lenta costante crescita, piccole croste sulle labbra o ancora macchie di colore bianco o rosso, facilmente sanguinanti.
I sintomi del tumore negli stadi avanzati sono invece più evidenti:
È importante che tutti i soggetti dopo i 45 anni di età, soprattutto se esposti ai suddetti fattori di rischio, osservino periodicamente la loro bocca, prestando particolare attenzione ad ogni eventuale alterazione della mucosa orale. L’autoesame ha l’obiettivo di scoprire la presenza di piccole escrescenze, macchie di colore biancastro o rosso, ulcere, ferite, in particolare quelle che tardano a rimarginare. Essenziale la visita specialistica in caso di sospetto.
Come avviene per molti tumori, la diagnosi precoce del carcinoma della bocca-testa e collo di piccole dimensioni assicura una guarigione a 5 anni in oltre il 90% dei casi con la sola rimozione chirurgica.
Per lesioni più estese sono invece indicate resezioni chirurgiche più ampie, che comportano talora la necessità di sacri care le strutture ossee adiacenti e generalmente associate anche all’asportazione dei linfonodi loco-regionali.
In questi casi è oggi possibile programmare un intervento di chirurgia ricostruttiva, con l’impiego di diverse opzioni che vanno dall’uso di protesi a più so sticate tecniche di autotrapianto di osso o di muscolo.
Per il tumore della cavità orale la radioterapia viene in genere impiegata nei casi più avanzati come trattamento complementare alla chirurgia (post-operatoria), con la finalità di ridurre il rischio di recidive di malattia loco-regionali.
Meno frequentemente la radioterapia si pone come alternativa alla chirurgia nella cura di questo tumore.
Il trattamento medico sistemico in associazione con la radioterapia si applica come terapia adiuvante dopo la chirurgia negli stadi avanzati del tumore, o come trattamento esclusivo nei pazienti in cui la neoplasia sia inoperabile.
(A cura del dr. Francesco Arcuri, Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale, Dottore di Ricerca in Oncologia Clinica, Dirigente Medico I livello SC Chirurgia Maxillo-Facciale IRCCS San Martino, Genova)