Cosa è il tumore alla prostata? rappresenta il secondo tumore più frequente in molti Paesi occidentali. Ogni anno in Italia oltre 20.000 uomini si ammalano di tumore alla prostata. Il tumore può avere un andamento silente per molti anni, a volte può non dare manifestazioni cliniche per tutta la vita. Se il tumore alla prostata è diagnosticato al suo esordio esistono diverse possibilità terapeutiche con ottime probabilità di guarigione.
Il rischio aumenta dopo i 50 anni con l’avanzare dell’età. I tre quarti dei casi si sviluppa dopo i 65 anni. Elevati livelli di androgeni endogeni aumentano il rischio. Aver avuto un parente di primo grado (padre o fratello) affetto da tumore della prostata, soprattutto se diagnosticato prima dei 65 anni, espone a un rischio 10 volte maggiore di sviluppare la malattia.
Una costante attività fisica, la riduzione del peso corporeo e un’alimentazione equilibrata, povera di grassi e ricca di verdure e frutta fresca (soprattutto ortaggi gialli, pomodori e peperoni dotati di proprietà antiossidanti, sostanze ricche di vitamina A, D, E e selenio) sembrano essere utili nel ridurre il rischio di malattia.
Si raccomanda l’esplorazione rettale e la determinazione dell’antigene prostatico specifico (PSA) una volta all’anno nei soggetti tra 50 e 79 anni di età, insieme all’ecografia transrettale. Il dosaggio del PSA va anticipato a partire dai 40 anni se esiste una storia familiare di neoplasie prostatiche.
Correntemente, il valore di 4,0 nanogrammi per millilitro di PSA nel siero è ritenuto il valore massimo normale. Però, quando esistono fattori di rischio quali la familiarità, anche per valori di PSA più bassi di 4,0 nanogrammi per millilitro, si impone maggiore attenzione. Un valore alto del PSA non deve tuttavia allarmare: il dosaggio del PSA non è specifico di tumore alla prostata, può rilevare anche un’alterazione del normale funzionamento della ghiandola, come per esempio un’infezione urinaria. Il risultato del PSA potrebbe essere alterato anche da condizioni che determinano un massaggio della prostata, come andare in bicicletta, sottoporsi ad una visita o ad un’ecografia, avere rapporti sessuali. In questi casi, quindi, è meglio rimandare di tre giorni il prelievo per il PSA.
Disturbi della minzione: minzione difficile (disuria) e frequente (pollachiuria), dolore alla minzione, ematuria, senso di peso perineale nella zona retto-vescicale, evacuazione incompleta e incontrollabile, ritenzione acuta di urina.
Chirurgia (casi iniziali) anche videolaparoscopica, radioterapia, ormonoterapia, chemioterapia nei casi avanzati.
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